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EDILIZIA 2025 SI PREVEDE UN ANNO DIFFICILE - 15%

Consorzio stabile imprese ESTIA informa i propri associati.

GENNAIO numero 1°











Legge bilancio 2025, importanti novità per il settore delle costruzioni


"Sarà un anno impegnativo per il settore delle costruzioni e della distribuzione di materiali edili, con incentivi in diminuzione. In un mondo sempre più competitivo, veloce e regolamentato, le grandi piattaforme e i marketplace specializzati nell'edilizia dominano l'oceano digitale. Le imprese devono prendere decisioni rapide su con chi fare squadra, perché da soli non si sopravvive. Gli agenti commerciali, i cataloghi cartacei e le e-mail vanno in pensione: per comunicare prodotti, listini e prezzi si usa il digitale." Forte crescita dei CONSORZI e Gruppi D'Acquisto.

La Legge di Bilancio 2025 – Legge 207/2024 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 305 del 31 dicembre 2024 – contiene importanti novità per il settore delle costruzioni.

Ecco una sintesi rapida delle misure di maggiore impatto per i professionisti e le imprese del settore edile.

Rendiamo disponibile per il download:



Stop al Superbonus! Nel 2025 resta solo per i lavori avviati

La scure della Legge di Bilancio 2025 si abbatte sul Superbonus; la detrazione del 65 per cento per le spese sostenute nell’anno 2025 spetta esclusivamente per gli interventi per i quali, alla data del 15 ottobre 2024 risulti:


  • presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA), se gli interventi sono diversi da quelli effettuati dai condomini;

  • adottata la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori e presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA), se gli interventi sono effettuati dai condomini;

  • presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo, se gli interventi comportano la demolizione e la ricostruzione degli edifici.


Per gli immobili situati nelle zone colpite da eventi catastrofali resta per il solo 2025 l’aliquota al 110%.

Bonus edilizi al 50% nel 2025 sull’abitazione principale, 36% sulle altre

La più rilevante delle novità della Legge di Bilancio è sicuramente la detrazione unica al 50% per i principali bonus edilizi (Bonus ristrutturazioneEcobonusSismabonus e Sismabonus Acquisti) fino al 31 dicembre 2025 e limitata all’abitazione principale.

Gli interventi sulle abitazioni diverse dalla prima casa beneficiano per il 2025 di una detrazione al 36%.

Le aliquote si abbassano ulteriormente nel biennio 2026/202736% per gli interventi realizzati sulle prime case, 30% per gli interventi realizzati su abitazioni diverse dalla prima casa e altre tipologie di immobili.

In pratica, la detrazione a regime è pari al 36% delle spese sostenute nell’anno 2025 e al 30% delle spese sostenute negli anni 2026 e 2027, ma viene prevista una maggiorazione delle aliquote per le abitazioni principali per cui la detrazione è innalzata al 50% delle spese sostenute nell’anno 2025 e al 36% delle spese sostenute negli anni 2026 e 2027. La detrazione è da da ripartire in 10 rate annuali di pari importo.

Tale maggiorazione è prevista solo nel caso in cui le spese siano sostenute dai titolari di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare adibita ad abitazione principale.

Si segnala che:


  • per il Bonus Ristrutturazione il tetto di spesa è fissato a 96.000 euro sia per le abitazioni principali che per le altre;

  • per l’Ecobonus la detrazione è fissa e non varia a seconda del tipo di intervento;

  • sia per l’Ecobonus che il Bonus Ristrutturazione dal 1° gennaio 2025 non è possibile portare in detrazione le spese per l’installazione di caldaie a gas;

  • si potrà fare affidamento anche per il 2025 sul Bonus Barriere Architettoniche (dentro le spese sostenute per ascensori e montacarichi, per elevatori esterni all’abitazione, per la sostituzione di gradini con rampe, fuori il rifacimento di bagni e infissi);

  • anche per i bonus edilizi bisogna considerare il plafond familiare per le spese detraibili per redditi superiori a 75.000 euro.


Bonus Mobili prorogato di un anno

Il Governo ha previsto la proroga per il 2025 della detrazione del 50% anche per l’acquisto di arredi e grandi elettrodomestici legati agli interventi di ristrutturazione edilizia. La misura è lineare: questo significa che il bonus mobili si potrà applicare al 50% sia se si tratti di prima o di seconda casa. Il limite di spesa resta fissato a 5.000 euro ripartiti in 10 quote annuali.

La detrazione spetta per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori, per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica, finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione.

Caldaie a metano: stop ai bonus fiscali dal 2025

A partire dal 2025 non sarà più possibile beneficiare di incentivi fiscali per l’acquisto e l’installazione di caldaie a gas.

È stato infatti approvato in commissione Bilancio alla Camera l’emendamento che stralcia le caldaie a combustibili fossili dall’elenco delle spese detraibili nell’ambito dei lavori edilizi e di riqualificazione energetica.

L’acquisto e l’installazione di “impianti di climatizzazione invernale con caldaie uniche alimentate a combustibili fossili”, pertanto, non potranno essere agevolati né con il Bonus Ristrutturazione né con l’Ecobonus a partire dal 1° gennaio 2025.

Sono escluse le normali caldaie a metano; restano agevolabili quelle collocate all’interno di apparecchi ibridi, composti cioè da una pompa di calore e da una caldaia, controllate da una centralina unica.

Una delle più severe indicazioni della Direttiva case green sarà stata dunque recepita e inserita dalla Legge di Bilancio 2025, evitando così il rischio di incorrere in una probabile procedura di infrazione.

Bonus edilizi condizionati dai nuovi tetti alle detrazioni

Le detrazioni fiscali previste dai bonus edilizi trovano un ulteriore limite nel nuovo plafond familiare per le spese detraibili.

Dal 2025 i contribuenti dovranno fare attenzione a non superare il tetto massimo previsto per le spese da portare in detrazione come spese per l’istruzione, ristrutturazioni edilizie e contributi previdenziali e assistenziali.

Sono previsti limiti alle detrazioni per chi ha un reddito oltre i 75mila euro:


  • chi ha un reddito tra i 75mila e i 100mila euro può portare in detrazione fino a un massimo di 14mila euro;

  • chi ha un reddito oltre i 100mila, può detrarre fino a 8mila.


In assenza di figli la cifra è dimezzata (moltiplicata per il coefficiente di 0.5) per quanti hanno un solo figlio ridotta moltiplicando per un coefficiente di 0.85, resta pari se si hanno più di tre figli o figli con disabilità.

Sono escluse dal computo dell’ammontare complessivo degli oneri e delle spese le spese sanitarie detraibili, gli oneri sostenuti in dipendenza di prestiti o mutui contratti fino al 31 dicembre 2024; il reddito complessivo è assunto al netto del reddito dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale.

I nuovi limiti non hanno effetto retroattivo e si applicano solo alle nuove spese, ossia a quelle effettuate a partire dal 2025.

In sostanza, c’è il rischio che non tutte le spese di ristrutturazione potranno essere portate in detrazione o che si dovranno selezionare quelle da portare in detrazione per massimizzare i benefici fiscali e ridurre al minimo la perdita degli sconti offerti dal Fisco.

Le nuove soglie determineranno l’importo massimo delle spese detraibili e non delle detrazioni; all’interno delle spese che saranno ammesse bisognerà andare a calcolare le percentuali per le singole agevolazioni.

Superbonus in 10 anni anche per le spese 2023

La Legge di Bilancio 2025 prevede – anche per le spese effettuate nel 2023 – la possibilità di spalmare su dieci anni il recupero del Superbonus.

Ricapitolando, lo spalma-detrazioni è stata introdotta:


  • per le spese 2022 dal D.L. 11/2023: per evitare l’effetto incapienza causato dell’alto importo delle singole rate di superbonus, la norma consente di spalmare su dieci anni, invece che in quattro, lo sconto fiscale per i contribuenti che hanno effettuato lavori con il 110% nel 2022 e non hanno optato per la cessione del credito o lo sconto in fattura. La prima rata va inserita nella della dichiarazione di quest’anno, visto che la norma è stata introdotto a stagione dichiarativa inoltrata, quando i modelli e i software erano stati già pubblicati.

  • per le spese 2024 dal D.L. 39/2024: il provvedimento ha stabilito il blocco definitivo della cessione del credito e dello sconto i fattura e contestualmente messo a regime lo spalma-crediti in 10 anni per tutte le spese collocate nel periodo di imposta 2024.


Con la Legge di Bilancio 2025 si “salvano” anche le spese 2023 allo scopo di tutelare i contribuenti che avrebbero rischiato di perdere la quota di detrazioni non utilizzata nell’anno.

Nello specifico si prevede che per le spese sostenute dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 relativamente agli interventi rientranti nella disciplina del superbonus, la detrazione può essere ripartita, su opzione del contribuente, in dieci quote annuali di pari importo a partire dal periodo d’imposta 2023.

Sono, altresì, indicate le modalità e i termini di presentazione della dichiarazione di scelta dell’opzione in commento. Si stabilisce che l’opzione è irrevocabile ed è esercitata tramite una dichiarazione dei redditi integrativa di quella presentata per il periodo di imposta 2023 da presentarsi, in deroga a quanto previsto dall’articolo 2, comma 8, del decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, entro il termine stabilito per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2024. Se dalla predetta dichiarazione integrativa emerge una maggiore imposta dovuta, quest’ultima è versata, senza applicazione di sanzioni e interessi, entro il termine per il versamento del saldo delle imposte sui redditi relative al periodo d’imposta 2024.

Nuovo Ecobonus per case popolari e famiglie a basso reddito

Il nuovo articolo 79-bis recante “Disposizioni in materia di efficientamento dell’edilizia residenziale pubblica (ERP) e delle abitazioni di famiglie a basso reddito e vulnerabili”.

Si demandano i ministeri competenti ad adottare una nuova misura agevolativa (non fiscale) rivolta a soggetti con determinate caratteristiche di reddito e condizionata ad interventi di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici in misura non inferiore al 30%.

Con un apposito atto ministeriale saranno definiti gli interventi agevolabili, i beneficiari e il tipo di sussidio; il contenuto, le modalità e i termini di presentazione dei progetti di investimento agevolabili; i criteri e le modalità di selezione dei progetti di investimento; i criteri di verifica del miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, le modalità di trasmissione della relativa certificazione e le modalità di controllo e verifica.

Il nuovo “Ecobonus” da affiancare alla classica detrazione fiscale standard per l’efficientamento energetico sarà finanziato a valere sulle risorse dell’investimento 17 della Missione 7 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Le risorse assegnate andranno con una quota del 65% a fondo perduto e il restante 35% arriverà dall’investimento privato, con garanzia Sace e con Cassa depositi e prestiti come partner finanziario.

Contributi per la riduzione della vulnerabilità sismica del patrimonio edilizio privato nell’area dei Campi Flegrei

La Legge di Bilancio 2025 autorizza la spesa di 20 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2025 al 2029 al fine di favorire la riduzione della vulnerabilità sismica del patrimonio edilizio privato con destinazione d’uso residenziale, non oggetto dei contributi già in vigore per la riparazione e la riqualificazione sismica degli edifici residenziali inagibili, ubicato nella zone edificate direttamente interessate dal fenomeno bradisismico.

Sono previsti contributi per la realizzazione degli interventi di riqualificazione sismica in favore dei nuclei familiari la cui abitazione principale, abituale e continuativa, sia risultata a maggior rischio sulla base degli esiti delle analisi di vulnerabilità sismica dell’edilizia privata.

Il contributo è concesso per metro quadro di superficie complessiva dell’edificio, al proprietario o all’usufruttuario dell’unità immobiliare interessata ovvero al conduttore a tal fine delegato dal proprietario o dall’usufruttuario dell’unità immobiliare (in questo caso il conduttore presenta, unitamente alla domanda di contributo, l’atto di delega alla riqualificazione sismica dell’immobile rilasciato dal proprietario o dall’usufruttuario).

Per ogni unità immobiliare è ammissibile una sola domanda di contributo.

Il contributo è concesso nel limite massimo del 50 per cento del costo da sostenersi e ritenuto ammissibile, anche nel caso di interventi relativi a edifici con più unità immobiliari purché, unitamente alla domanda, sia presentato un progetto unitario per l’intero edificio, inteso come unità strutturale ai sensi delle norme tecniche per le costruzioni, anche qualora tra le unità immobiliari componenti l’edificio siano presenti, oltre alle unità immobiliari adibite ad abitazione principale, unità immobiliari adibite ad abitazione non principale o aventi destinazione d’uso diversa da quella residenziale.

La domanda di contributo è presentata al comune nel cui territorio è ubicato l’immobile interessato dall’intervento di riqualificazione sismica e deve essere corredata della documentazione necessaria per il rilascio del titolo edilizio, la copia degli esiti dell’analisi di vulnerabilità e la dichiarazione asseverata da parte di un professionista abilitato che attesti i lavori da eseguire e la relativa valutazione economica mediante computo metrico estimativo e quadro economico dell’intervento, nonché la quantificazione delle prestazioni professionali.

Entro 90 giorni dovrà essere adottato un decreto per definire criteri e modalità per l’accesso alle agevolazioni.

Semplificazione del Piano Transizione 5.0

Come più volte annunciato, nel testo sono previste modifiche con effetto retroattivo al Piano Transizione 5.0:


  • semplificazione delle procedure di calcolo della riduzione dei consumi energetici;

  • procedura diretta per il riconoscimento dei benefici in caso di sostituzione di beni obsoleti;

  • possibilità di cumulo con altri incentivi, tra cui il credito d’imposta per investimenti nella ZES unica;

  • aliquota unica per investimenti fino a 10 milioni di euro e maggiorazione per i moduli fotovoltaici realizzati in Europa.


Ires premiale con taglio del 4% alle imprese che assumono e investono

La Legge di Bilancio 2025 prevede l’IRES premiale, un taglio dell’aliquota dell’imposta sulle società alle aziende che trattengono una quota rilevante degli utili in azienda per utilizzarli in investimenti, nuove assunzioni, welfare o formazione.

È previsto uno sconto di quattro punti, portando dunque l’aliquota al 20%.

Quattro le condizioni per ottenere l’agevolazione:


  • non avere fatto ricorso alla Cassa integrazione nel 2024 né farne nel 2025

  • registrare un livello occupazionale medio nel 2022, 2023 e 2024 non inferiore agli addetti del 2025

  • fare assunzioni aumentando l’occupazione dell’1%

  • mantenere l’80% degli utili in azienda e investirne il 30% in Transizione 4.0 o 5.0


Da segnalare anche l’aumento, da 30mila a 35mila euro, della soglia che dà diritto alla Flat Tax del 15% (5% per inizio attività) sui redditi da lavoro autonomo percepiti da dipendenti e pensionati che aprono anche la partita Iva.

Forfettari: innalzamento della soglia di reddito da lavoro dipendente

Previsto, solo per l’anno 2025, l’innalzamento da 30 mila a 35mila euro della soglia di reddito da lavoro dipendente e assimilato percepita nell’anno precedente, superata la quale i soggetti percettori non possono avvalersi del regime forfetario.

Agevolazioni prima casa: 2 anni di tempo per alienare l’immobile già posseduto

Il comma 116 della Legge di Bilancio porta a due anni il termine per l’alienazione di immobili da destinare a prima abitazione valido per conservare il beneficio dell’aliquota agevolata del 2% relativa all’imposta di registro.

Bonus elettrodomestici

È previsto un bonus elettrodomestici per la sostituzione di nuovi apparecchi con elettrodomestici nuovi e più efficienti, purché prodotti in Europa. L’incentivo prevede un rimborso per un solo elettrodomestico fino al 30% del costo di acquisto. Previsto al momento un massimo di 100 euro per elettrodomestico, che sale a 200 euro per le famiglie con un Isee inferiore a 25.000 euro.

Superbonus per le assunzioni, premi di produttività e proroga dei fringe benefits

L’agevolazione, omonima della più famosa detrazione in campo edilizio che conosciamo tutti, prevede, ai fini della determinazione del reddito, la maggiorazione del costo del personale di nuova assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato nonché una ulteriore deduzione in presenza di nuove assunzioni di dipendenti, con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, rientranti nelle categorie di lavoratori meritevoli di maggiore tutela.

Anche per il 2025 il Governo conferma lo sconto fiscale del 120% o 130% per le imprese e professionisti che assumono. Rispetto allo scorso anno tale agevolazione sarà mobile, spalmata su 3 anni a condizione di portare un incremento occupazionale.

Confermati anche:


  • la decontribuzione in favore delle imprese localizzate nella ZES;

  • gli incentivi all’autoimpiego nei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie e la transizione digitale ed ecologica;

  • la tassazione al 5% fino al 2027 per i premi di produttività entro i 3mila euro d’importo, per redditi fino a 80mila euro;

  • fringe benefits esentasse per tutti gli aventi diritto; gli importi vengono maggiorati per i nuovi assunti che accettano di trasferire la residenza di oltre 100 chilometri.


Rifinanziata la Sabatini

La Legge di Bilancio potrebbe includere una revisione della “Nuova Sabatini“, la misura che agevola le imprese riducendo i tassi di interesse sui finanziamenti destinati all’acquisto o al leasing di beni strumentali.

Il rifinanziamento della “Nuova Sabatini” è di 400 milioni di euro per l’anno 2025, di 100 milioni di euro per l’anno 2026 e 400 milioni per ciascuno degli anni dal 2027 al 2029.

Conto Termico anche per le strutture sanitarie

Si prevede che gli incentivi per gli interventi di produzione di energia termica da fonti rinnovabili e di incremento dell’efficienza energetica di piccole dimensioni previsti dal Conto Termico siano applicati, oltre che agli edifici pubblici adibiti ad uso scolastico e agli edifici di strutture ospedaliere del Servizio sanitario nazionale (Ssn), anche alle altre strutture sanitarie pubbliche, incluse quelle residenziali, di assistenza, di cura o di ricovero del Ssn.

La misura degli incentivi è del 100% delle spese ammissibili, fatti salvi i limiti per unità di potenza e unità di superficie già previsti.

Dl Aiuti: proroga dell’adeguamento dei prezzi nei lavori pubblici

La Legge di Bilancio 2025 contiene, all’articolo 1, comma 532, la proroga delle misure per l’adeguamento dei prezzi nei lavori pubblici previsti dall’articolo 26 del Decreto-Legge “Aiuti” (D.L. 50/2022) anche ai lavori eseguiti o contabilizzati nell’anno 2025.

Una prima modifica riguarda gli appalti con termine finale di presentazione entro il 31 dicembre 2021 ed è volta a prorogare al 31 dicembre 2025 la possibilità di adottare lo stato di avanzamento dei lavori afferente alle lavorazioni eseguite o contabilizzate dal direttore dei lavori ovvero annotate, sotto la responsabilità dello stesso, nel libretto delle misure anche in deroga alle specifiche clausole contrattuali e a quanto previsto dall’articolo 216, comma 27-ter del d.lgs. 50/2016.

Le variazioni da considerarsi sono quelle in aumento o in diminuzione rispetto ai prezzi posti a base di gara, al netto dei ribassi formulati in sede di offerta, applicando i prezzari di cui al comma 2 dell’art. 26 aggiornati annualmente ai sensi dell’art. 23, comma 16, terzo periodo, del d.lgs. 50/2016.

Gli eventuali minori importi derivanti dall’applicazione dei prezzari rimangono nella disponibilità della stazione appaltante fino a quando non siano stati eseguiti i relativi collaudi o emessi i certificati di regolare esecuzione, per essere utilizzati nell’ambito del medesimo intervento.

E’ prevista, inoltre:


  • l’utilizzabilità da parte delle stazioni appaltanti, ai fini del presente comma, delle somme derivanti da eventuali rimodulazioni del quadro economico degli interventi nonché della programmazione triennale ovvero dell’elenco annuale.

  • la possibilità per l’anno 2025 la possibilità, nei casi di insufficienza delle risorse, di accedere al riparto del Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche; le modalità di accesso allo stesso e i criteri di assegnazione delle risorse per gli aventi diritto sono stabilite con decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, da adottarsi entro il 31 gennaio 2025.


Si interviene anche sugli appalti pubblici di lavori, compresi gli accordi quadro, aggiudicati sulla base di offerte con termine finale di presentazione compreso tra il 1° gennaio 2022 e il 30 giugno 2023 che non abbiano accesso al Fondo, relativamente alle lavorazioni eseguite o contabilizzate dal direttore dei lavori ovvero annotate, sotto la responsabilità dello stesso, nel libretto delle misure, dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2025, in luogo del precedente termine del 31 dicembre 2024.

La legge di Bilancio 2025 prevede anche la proroga per:


  • gli accordi-quadro di lavori derivanti da offerte comprese entro il 31 dicembre 2021, di cui al comma 8 dell’articolo 26, sia con riferimento a quelli menzionati al primo periodo del comma – cioè non ancora avviati alla data di entrata in vigore dell’articolo 26 (18 maggio 2022) – sia con riferimento a quelli menzionati all’ultimo periodo – cioè quelli già in corso di esecuzione a quella medesima data;

  • per gli appalti di lavori nonché gli accordi-quadro delle società del Gruppo RFI, dell’Anas e degli altri soggetti operanti nei settori speciali che non applicano prezzari regionali;

  • per i contratti affidati a contraente generale dalle società del gruppo RFI e ANAS, già in corso di esecuzione alla data di entrata in vigore dell’art. 26, di cui al comma 12 del medesimo articolo, estendendo all’anno 2025 la possibilità di apportare un incremento forfettario del 20 per cento. Ciò, però, ad esclusione degli interventi di cui all’articolo 18, comma 2 del cd D.L. “Asset”, n. 104/2023, convertito con Legge 136/2023. Per questi interventi, infatti, era previsto uno specifico meccanismo a copertura dei maggiori oneri derivanti dalla revisione dei prezzi, ma solo fino al 2024. La mancata proroga di quest’ultimo termine evidenzia notevoli criticità applicative, anche con riferimento all’incremento del 20% prima cennato, che, in linea di principio, non può comunque comprendere gli interventi di cui al predetto art. 18, comma 2, del D.L. Assett.


Sono incrementate anche le risorse del Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche a 300 milioni di euro per l’anno 2025 e 100 milioni per l’anno 2026, in luogo dei precedenti 100 milioni già stanziati per l’anno 2025.

Proroghe per la gestione di macerie, rifiuti da costruzione e materiali da scavo nei territori del sisma 2016-2017

La Legge di Bilancio 2025 proroga di un anno, vale a dire dal 31 dicembre 2024 fino al 31 dicembre 2025, alcuni termini previsti per la gestione delle macerie, dei rifiuti da costruzione e demolizione e dei materiali da scavo nei territori colpiti dagli eventi sismici iniziati il 24 agosto 2016 in Italia centrale.

La misura riguarda anche i materiali da scavo provenienti dai cantieri allestiti per la realizzazione delle strutture abitative di emergenza o di altre opere provvisionali connesse all’emergenza nei territori medesimi.

Sono prorogati i termini relativi alla possibilità di:


  • individuare e autorizzare ulteriori siti adibiti a deposito temporaneo delle macerie;

  • incrementare (in deroga alle autorizzazioni vigenti) le quantità e le tipologie di macerie conferibili agli impianti di trattamento;


C’è la proroga di un anno, dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2025, anche del termine (contemplato dall’art. 28-bis, comma 2, del D.L. 189/2016), fino al quale è consentito l’aumento del 70% del quantitativo di rifiuti non pericolosi, derivanti da attività di costruzione e demolizione conseguenti agli eventi sismici iniziati il 24 agosto 2016 in Italia centrale, indicato nelle autorizzazioni concesse agli impianti di gestione dei rifiuti e destinati al recupero.

L’aumento in questione è consentito previo parere degli organi tecnico-sanitari competenti e previa certificazione della regione relativamente all’effettivo avvio delle operazioni di recupero nel sito interessato.

Rendite catastali in aumento per chi ha avuto il Superbonus e caccia agli immobili fantasma

In occasione dell’audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sul Piano strutturale di bilancio, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato nuovi interventi per “mitigare” l’impatto del Superbonus sui conti pubblici.

L’intervento sul catasto servirà a:


  • individuare e regolarizzare le unità immobiliari ancora non censite (i cosiddetti “immobili fantasma”);

  • aggiornare le rendite catastali sugli edifici che hanno beneficiato del Superbonus.


La Legge di Bilancio 2025 non contiene misure specifiche per l’aggiornamento delle rendite; il riferimento al recupero dell’evasione collegata agli immobili è contenuto però nel Piano strutturale di bilancio, che lo indica come priorità da perseguire in un orizzonte temporale che varia tra il 2026 e il 2028.

Non ci sarà dunque un aumento delle imposte, ma una revisione degli estimi catastali in linea con il salto di qualità degli immobili derivante da interventi di miglioramento sismico ed energetico.

In pratica, significa che i proprietari di seconde o terze case che hanno utilizzato bonus edilizi dovranno versare una quota di IMU più alta ai comuni. Oppure, in caso di compravendite, saranno tenuti a versare imposte di registro e Iva più alte.

L’obiettivo è chiarire alcuni aspetti della precedente Legge di Bilancio, con riferimento alle disposizioni di cui all’articolo 1, commi 86 e 87 che richiamano l’obbligo di dichiarazione, ove richiesta, di variazione catastale per le unità immobiliari soggette ad interventi di Superbonus.

Come ricordato anche dalla circolare 13/E/2024 dello scorso 13 giugno, i contribuenti avrebbero dovuto dichiarare la modifica delle caratteristiche dei loro immobili perché si procedesse alla revisione.

L’Agenzia delle Entrate, basandosi su specifiche liste selettive, è tenuta a verificare se sia stata presentata, ove richiesta, la dichiarazione prevista dall’articolo 1, commi 1 e 2, del D.M. 701/1994 tenendo conto degli eventuali effetti sulla rendita dell’immobile registrata nel catasto dei fabbricati.

Spulciando nel Piano strutturale di Bilancio, in effetti, si parla di “rendere pubblico, accessibile e integrato con il catasto l’archivio il Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica“.

Gli APE dovrebbero “dialogare” con i dati catastali. Chi ha ristrutturato casa usando i bonus edilizi migliorando la propria classe energetica, sarà tenuto (se non lo ha già fatto) a rivedere la rendita catastale del proprio immobile.

Saranno prese misure per verificare e rendere più efficace – anche per i casi di omessa denuncia delle dichiarazioni di variazione dello stato dei beni – il meccanismo di stimolo alla compliance, che consente ai soggetti destinatari della comunicazione di provvedere spontaneamente a regolarizzare la propria posizione.

Se tale dichiarazione non risulta presentata, l’Agenzia delle Entrate invierà al contribuente una comunicazione specifica, ai sensi dell’articolo 1, commi da 634 a 636, della legge 190/2014, per sollecitare l’adempimento richiesto.

In caso di inadempimento entro 90 giorni, l’Agenzia delle Entrate si avvarrà di interventi in surroga per aggiornare le rendite e applicare la sanzione.

Legge di Bilancio 2025: allarme di ANCE, Confedilizia e CNA su caro materiali e taglio dei bonus edilizi

Al via le audizioni della Legge di Bilancio per il prossimo triennio 2025-2027. Ci sarà tempo fino all’11 novembre per presentare gli emendamenti alle misure previste, molte delle quali riguardano da vicino il settore edile.

ANCE esprime “forte preoccupazione per gli effetti negativi che la Legge di bilancio rischia di avere sul settore delle costruzioni e quindi sulla crescita italiana“.

Intervenuta in audizione in audizione sulla manovra, la presidente Federica Brancaccio critica l’assenza della proroga al 2025 delle misure relative al caro materiali per i lavori pubblici in corso di realizzazione: secondo le stime dell’Ance, infatti, sono a rischio più di 10 miliardi di investimenti nel 2025.

L’ANCE paventa il rischio del blocco dei cantieri che colpirà non solo le grandi infrastrutture ma anche l’edilizia scolastica, sanitaria e la manutenzione del territorio e ricorda che le imprese aspettano ancora il saldo del 2022.

Per l’ANCE, i quattro ambiti strategici prioritari sui quali intervenire riguardano: la casa, la messa in sicurezza del territorio, la riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano, nonché la prosecuzione dell’ammodernamento infrastrutturale avviato con il Pnrr. Purtroppo, la manovra interviene solo marginalmente su questi temi che non trovano un’adeguata allocazione di risorse o ricevono risorse molto diluite nel tempo, limitando quindi il contributo alla risoluzione di problemi urgenti nel Paese”.

Si riscontrano numerosi tagli a programmi di spesa riguardanti investimenti in opere pubbliche di competenza degli enti territoriali, per circa 8,9 miliardi di euro nel periodo 2025-2034, di cui 1,45 miliardi nel triennio 2025-2027″ osserva l’ANCE e “risultano ridotti, e in alcuni casi azzerati, i principali contributi agli investimenti territoriali”.

Anche Confedilizia esprime “forte preoccupazione” per il “drastico taglio degli incentivi per interventi edilizi contenuto nel disegno di legge di bilancio, reso più gravoso, e altresì complicato, dall’intreccio con il tetto reddituale a tutte le detrazioni, che renderà anche impossibile un’adeguata programmazione dei lavori”.

Sul tema degli incentivi interviene anche il CNA che, sulla base di un sondaggio curato da Nomisma, stima che la stretta sui bonus edilizi, con aliquote al 36% ed un tetto massimo di 48mila euro, ridurrebbe la domanda delle famiglie per le ristrutturazioni di 97,3 miliardi in 3 anni, con 3,5 milioni di famiglie (su 10 milioni) che potrebbero rinunciare a lavori che hanno in programma per le loro abitazioni.

Le famiglie italiane, infatti, sono sempre più orientate a realizzare investimenti per la riqualificazione e l’efficientamento energetico delle proprie abitazioni ma la propensione agli interventi è strettamente connessa alla dimensione e alla stabilità degli incentivi.

I cosiddetti bonus minori (Bonus Ristrutturazione ed Ecobonushanno continuato ad essere molto attrattivi anche durante la fase del 110% generando risultati importanti in termini economici e per il raggiungimento degli obiettivi ambientali. Tra l’altro questi bonus hanno garantito l’assoluta sostenibilità per i conti pubblici. Tra il 2011 e il 2019 il volume delle detrazioni ha rispettato le previsioni di spesa con un impatto sostanzialmente neutro per la finanza pubblica.

Con il sistema di incentivi in vigore 10 milioni di famiglie dichiarano che nel prossimo triennio realizzeranno un intervento ma riducendo la dimensione delle aliquote oltre 3,5 milioni di famiglie rinuncerebbero.

Per questo CNA Costruzioni, CNA Installazione impianti e CNA Serramentisti e infissi chiedono di mantenere per almeno un triennio l’assetto attuale per Bonus RistrutturazioneEcobonus Sismabonus, non introdurre alcun tetto alle detrazioni in funzione del reddito e del nucleo familiare e confermare le attuali aliquote di detrazione per le abitazioni principali e i condomini.

Cos’è la Legge di Bilancio?

La Legge di Bilancio è un provvedimento che va a comporre la manovra triennale di finanza pubblica, recante le misure qualitative e quantitative necessarie a realizzare gli obiettivi programmatici stabiliti nel Documento di economia e finanza.

Quando entra in vigore la Legge di Bilancio?

I disegni di legge di stabilità e di bilancio, in base al ciclo della programmazione, sono presentati dal Governo alle Camere entro il 15 ottobre di ogni anno, per poi essere pubblicati come legge di bilancio in Gazzetta ufficiale entro il 31 dicembre di ogni anno.

Nel caso in cui tale pubblicazione non avvenisse entro il termine stabilito, lo Stato entrerebbe nell’esercizio provvisorio per una durata massima di 4 mesi così come previsto dall’articolo 81 della Costituzione “l’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi”.

Articolo 81 costituzione

Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico. Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali. Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte. Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo.  L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi. Il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali e i criteri volti ad assicurare l’equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera, nel rispetto dei princìpi definiti con legge costituzionale.

Cos’è il Piano Strutturale di Bilancio (PSB)

La nuova disciplina del coordinamento delle politiche di bilancio europee prevede:


  • una programmazione pluriennale delle politiche fiscali e di bilancio, vincolate all’andamento dell’indicatore della spesa primaria netta nazionale

  • un monitoraggio annuale.


La programmazione pluriennale avviene mediante l’adozione di un Piano strutturale nazionale di bilancio a medio termine (Piano strutturale di bilancio – PBS), che ciascuno Stato membro presenta alle istituzioni europee entro il 30 aprile di ogni anno.

Il Piano strutturale di bilancio contiene l’indicazione del percorso di aggiustamento di bilancio, ossia l’andamento della spesa netta per un periodo di almeno quattro anni (che può essere esteso sino a sette anni a fronte di investimenti ambiziosi), le riforme e gli investimenti per perseguire gli obiettivi dell’Unione (transizione ambientale, digitale, sicurezza energetica, difesa, inclusione sociale), i dati tecnici sulle previsioni macroeconomiche, la complementarità tra gli interventi di politica fiscale nazionale, i fondi della politica di coesione ed il PNRR.

Il 27 settembre 2024 il Governo ha trasmesso la proposta di Piano strutturale di bilancio di medio termine alle Camere, per le conseguenti deliberazioni parlamentari preliminari alla presentazione alle istituzioni europee.

Ad eccezione della disciplina transitoria prevista per la prima presentazione del Piano, successivamente il Piano strutturale di bilancio dovrà essere presentato dal governo ogni 5 anni, entro il 30 aprile dell’ultimo anno del piano in vigore, salvo la possibilità per lo Stato membro e la Commissione di prorogare il termine, se necessario.

DEF e NADEF, nella veste conosciuta fino a oggi, potrebbero non essere più necessari dal prossimo anno.

La riforma delle regole di bilancio europee non ha invece modificato la disciplina relativa al Documento programmatico di bilancio (DPB), che dovrà essere presentato all’Europa entro il 15 ottobre di ciascun anno.

Il DPB, che contiene sia gli aggiornamenti delle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica, sia i principali ambiti di intervento della manovra di bilancio, dovrà garantire la compatibilità con il percorso di spesa netta indicato nel Piano strutturale di bilancio.

Il 20 ottobre è il termine di presentazione del disegno di legge di bilancio, vale a dire la Manovra finanziaria.

Ciclo di Bilancio

Il ciclo di bilancio rappresenta una serie di atti che portano alla fase conclusiva del bilancio dello Stato.

Le fasi in cui si articola il ciclo di bilancio sono 2:


  1. fase prima programmatica,

  2. fase attuativa.


La fase programmatica si apre entro il 10 aprile di ogni anno con la presentazione DEF da parte del governo al parlamento.

Entro il 30 aprile, poi, l’esecutivo invia al Consiglio dell’Unione europea e alla commissione il Programma di stabilità e il Programma nazionale di riforma.

All’inizio dell’estate le istituzioni europee esprimono le loro raccomandazioni. È sulla base di queste ultime e di eventuali variazioni economiche che, entro il 27 settembre, il governo presenta la NADEF (Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza).

Inizia così la fase attuativa, tramite la quale vengono adottate le norme per realizzare concretamente gli obiettivi fissati nella fase precedente. Entro il 20 ottobre il governo presenta al Parlamento il disegno di legge di bilancio, contenente la manovra triennale di finanza pubblica.

La legge di bilancio deve essere approvata entro il 31 dicembre.

Entro il 31 gennaio il governo deve infine presentare gli eventuali disegni di legge collegati alla manovra.

Fonte Cerved - Ingegno- Rivenditori edili - Ingegneri on-line -

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